La vita quotidiana dei padri del deserto by Lucien Regnault

La vita quotidiana dei padri del deserto by Lucien Regnault

autore:Lucien Regnault [Lucien Regnault]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
ISBN: 9788838420573
editore: Piemme
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Comunità di vita

Anche quando l’anziano alloggia il discepolo nella sua cella e gli permette di vivere con sé, non smette per questo di osservare il silenzio. La maggior parte del tempo, non vuole dargli ordini. Così facevano Cronio, Teodoro di Ferme, Sisoes e molti altri. «Fa’ ciò che vedi» diceva Sisoes25. E abba Or: «Ciò che mi vedi fare, fallo anche tu»26. Isacco racconta che abitò prima con Cronio, poi con Teodoro, ma né l’uno né l’altro gli davano ordini. A una osservazione degli anziani a questo riguardo, Teodoro replicò: «Sono forse un superiore di comunità per dargli ordini? Io non gli dico niente, ma se vuole, faccia ciò che mi vede fare»27.

Questo aneddoto mostra che c’erano malgrado tutto degli anziani che davano ordini al loro discepolo, ma questo non doveva costituire la regola. Pare che nel deserto ogni autorità sia stata esercitata controvoglia, ognuno temendo di impone la propria volontà e di fare ostacolo alla libertà dello Spirito. A un fratello che gli chiedeva cosa dovesse fare, Poemen dice: «Va’, vivi vicino a qualcuno che dice: “Cosa voglio, io?” e troverai riposo»28. In altri termini: va’ a vivere con qualcuno che non pretende di imporre la sua propria volontà agli altri.

A un altro, Poemen diceva: «Va’, attaccati a un uomo che teme Dio, e anche a te insegnerà a temere Dio»29. Presso i Padri del deserto ciò che era più importante non era la parola, ma la pratica. Il discepolo imparava molto di più vedendo vivere l’anziano e vivendo con lui che sentendo lunghi discorsi. Si dice più volte nella Vita di Antonio che molti visitatori venivano semplicemente «per vederlo»30, e ciò bastava a incoraggiarli nel bene. Dei tre fratelli che regolarmente andavano a trovare Antonio, uno non faceva nessuna domanda. «Mi basta vederti, Padre», diceva31. E questo accadeva una sola volta all’anno. Che dire allora del discepolo che abitava costantemente in intimità con un anziano? Le relazioni dovevano essere improntate a riserbo e gravità. Si cita il caso di un anziano che, dopo due anni, non sapeva ancora il nome del suo discepolo. La legge sacrosanta che vietava ai monaci di abbandonarsi tra di loro a un’eccessiva libertà, alla negligenza, alla leggerezza dei modi e alla chiacchiera, si applicava innanzitutto, evidentemente, alle relazioni tra discepoli e anziani. La vicinanza di Dio nella quale vivevano imprimeva a tutta la loro vita un carattere di dignità e serietà che doveva essere meraviglioso, ma talvolta anche terribilmente esigente.



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